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mangiare Puppy
  • Se si hanno più gatti in casa, bisogna avere anche più lettiere per i bisogni?"
    Risposta: sì. I gatti sono animali molto schizzinosi e, se non provengono da un gattile dove erano abituati a usare una lettiera in comproprietà, occorre rispettare le loro esigenze. Altrimenti potrebbero utilizzare, in alternativa, il divano o gli angoli più remoti della casa. Nel caso non fosse possibile ospitare una lettiera per gatto, basterebbe pulire subito e a fondo quelle disponibili, onde evitare gli inconvenienti sopraddetti. N.B. le cassette con la lettiera vanno posizionate SEMPRE lontano dal cibo e in luoghi poco frequentati. Se fosse impossibile, esistono cassette coperte che rispettano la loro privacy ma che trattengono, purtroppo, gli odori,
  • Le patologie dell’apparato respiratorio sono causate da tre virus e da un agente batterico del genere Chlamydia.
    Nessuno di questi germi sopravvive per più di 48 ore fuori dall’organismo, eccetto i calicivirus che possono sopravvivere per un massimo di 10 giorni. Ne risulta che queste malattie non vengono tipicamente trasmesse tramite semplice contatto con il virus presente nell’ambiente, ma piuttosto vengono passate direttamente da gatto a gatto. I segni clinici sono simili a quelli del comune raffreddore umano e includono febbre seguita rapidamente da congiuntivite e lacrimazione, starnutazione e a volte scolo nasale e tosse. Alcuni sintomi indicano agenti specifici, ma non è raro che multiple infezioni si verifichino nello stesso tratto. Esaminiamo ora in dettaglio le specifiche malattie. La rinotracheite felina virale è causata dall’herpesvirus felino di tipo I. I sintomi includono starnutazione parossistica, scolo nasale, lacrimazione con ulcerazioni cornee e lesioni sulla lingua. I sintomi della calicivirosi felina variano a seconda del particolare ceppo responsabile della malattia e dello stato del sistema immunitario del gatto infetto. Nei casi più leggeri i sintomi sono limitati a ulcerazioni sulla lingua, sul palato, sulle labbra e nel setto nasale. In questi casi il gatto rifiuta il cibo. Nei casi più gravi l’insorgenza di polmonite può portare alla morte. L’infezione da reovirus ha come unico sintomo la congiuntivite e le complicazioni sono rare. La Chlamydia psittaci è l’agente causale della clamidiosi felina. I primi segni di infezione sono congiuntivite e chemosi (edema della congiuntiva oculare) che interessano solo un occhio per poi trasmettersi all’altro. Questi sintomi a volte scompaiono senza trattamento. È necessario prestare molta attenzione al manifestarsi di queste malattie perché le vie respiratorie del gatto sono bloccate. Il gatto, non potendo sentire l’odore del cibo, non mangia volontariamente e non esegue la pulizia personale. È assolutamente necessario nutrire l’animale eventualmente a forza con cibi umidi e minestrine o formule nutritive liquide specialmente formulate a seconda del parere del veterinario. Le suddette patologie non sono trasmissibili all’uomo.
  • Perché le scatolette di cibo umido per gatti contengono anche verdure?
    I gatti in natura vanno alla ricerca di erbe particolari che possono curare certi loro disturbi (stitichezza, cattiva digestione ecc.). Si è quindi cercato di integrarle nella dieta carnivora per rispondere alle esigenze dei nostri mici, soprattutto di quelli che vivono in casa.
  • Che alimenti è meglio evitare di dare al gatto?
    Il gatto, da predatore qual era, oggi è diventato viziato e goloso, spesso attratto anche dagli alimenti presenti sulle nostre tavole. Ma occorre prestare attenzione perché alcuni cibi possono risultare tossici per il nostro beniamino. Ecco un elenco di ben 17 alimenti da evitare tassativamente: Ossa o resti del pollo e lische del pesce – Il gatto difficilmente mastica quanto ingerisce, quindi il rischio è che pezzi appuntiti di alimento possano creare lesioni agli organi interni. Cioccolato – È altamente tossico così come i suoi derivati. Caffè e te – Sono molto tossici. Uova crude – Nell’albume dell’uovo è contenuto un enzima che riduce l’assorbimento di una vitamina del gruppo B. Inoltre l’uovo crudo può provocare la salmonellosi proprio come negli esseri umani. Carne cruda – Può generare vermi e salmonellosi. Grassi in genere, insaccati, salumi – Possono favorire l’insorgenza di pancreatiti. Latte e derivati – Molti gatti sono intolleranti al lattosio, quindi soggetti, in caso di ingestione dei suddetti alimenti, a vomito e diarrea. Cipolle, aglio, scalogno – Sono alimenti altamente tossici per il gatto in quanto contengono bisolfati e sulfossidi che causano anemia. Avocado – Le foglie, i semi, la corteccia e la polpa contengono una sostanza tossica che genera nel gatto vomito e diarrea. Impasto crudo del pane – Essendo lo stomaco del gatto l’ambiente ideale per la moltiplicazione dei lieviti, l’impasto crudo potrebbe crescere in maniera esponenziale fino a provocare gravi problemi respiratori. Pomodori verdi e patate crude – Contengono una grande quantità di un alcaloide che causa gravi disturbi gastrointestinali. Uva, uvetta – Potrebbero causare vomito e/o diarrea con danni renali. Noce di macadamia – Contiene una tossina molto dannosa per il gatto. Alimenti per cani – Sono stati studiati per rispondere alle esigenze alimentari del cane, completamente diverse da quelle del gatto. Fegato – Se inserito nella dieta in eccesso, la notevole quantità di vitamina A presente nel fegato genera danni all’apparato scheletrico del gatto. Pesce crudo – Mancando una vitamina del gruppo B, il gatto può accusare debolezza fino ad arrivare alla morte. Funghi, prodotti da forno dolci o salati, nocciole, dolci, caramelle, zucchero, albicocche, patatine fritte sono tutti alimenti da non proporre al gatto perché tossici per il suo fegato.
  • Che cosa si può fare per un gatto molto magro?
    Innanzitutto è sempre meglio avere un gatto magro rispetto a uno grasso. Poi ci sono diversi fattori da tenere in considerazione. Se il gatto è anziano (sopra i dieci/dodici anni) può essere affetto da insufficienza renale (lieve, e non ci si accorge, o severa) che determina un dimagrimento. Se poi micio esce ed è estate, nutrendosi di prede (soprattutto lucertole) in genere tossiche, è facile al vomito e quindi al dimagrimento. Se invece il gatto sta bene, meglio non preoccuparsi.
  • Quando separare un cucciolo di gatto dalla madre?
    I micini nascono sordi e ciechi e iniziano ad aprire gli occhi verso gli otto/dieci giorni. Non vedono chiaramente ma solo ombre. Anche l’udito comincia ad apparire a quell’età, mentre dalla nascita i piccoli hanno uno spiccato senso dell’odorato e tattile, cosa che permette loro di individuare i capezzoli cui attaccarsi. È parere comune che occorre attendere almeno 6-8 settimane, meglio, se possibile, 12 prima di privare il micetto dell’affetto e della sicurezza materni. Un requisito importante per la separazione è che il micino sia in grado di mangiare autonomamente il cibo umido, altrimenti si dovrà provvedere all’allattamento artificiale (vedremo nel prossimo articolo le modalità). La madre provvede alla pulizia dei piccoli con energiche leccate, soprattutto nella zona anale per permettere l’evacuazione. Essa inoltre insegna loro le regole comportamentali (della poppata, della pulizia, della interazione con i fratellini, della caccia ecc.), mentre dalla convivenza con i fratelli essi imparano le regole del gioco, la socialità, la lotta ecc. I cuccioli di gatto iniziano a socializzare tra le due e le cinque settimane di vita, è quindi importante, se la madre lo permette, tenerli in mano, accarezzarli e coccolarli fin da quell’età. Ciò per dare l’occasione ai micini di abituarsi per tempo a interagire con gli umani. Sarà poi mamma gatta a insegnar loro a non affondare i denti se non nel cibo e a non estrarre gli artigli se non per affilarsi le unghie sugli appositi tiragraffi o, in caso di gattini selvatici, sui tronchi d’albero. I mici separati precocemente dalla madre spesso sono involontariamente aggressivi perché non hanno potuto usufruire degli insegnamenti di mamma gat
  • Perché il gatto si disinteressa completamente del nuovissimo tiragraffi, ma continua a utilizzare la cornice della porta di ingresso.nge una nuova domanda?"
    Tutti i mici sono degli abitudinari, quindi bisognerà agire tenendo presente questa caratteristica.Per prima cosa coprire la cornice danneggiata con un nastro biadesivo che sarà molto fastidioso per il nostro beniamino. Quindi posizionare il tiragraffi nelle vicinanze, sperando che sia utilizzato.Nel caso non lo fosse, spalmare la superficie del tiragraffi con erba gatta e attirare l’attenzione di micio con un giochino che si farà muovere sul tiragraffi: di solito funziona.Io ho scoperto che cartoni vuoti posti in angoli tranquilli sono molto attraenti per il gatto che, oltre ad affilarsi le unghie, spesso vi dorme.
  • In occasione di un’assenza per vacanze estive o invernali, mettere un gatto a pensione o lasciarlo a casa incaricando qualcuno delle pulizie e dell’approvvigionamento alimentare??"
    Come al solito rispondo: dipende! Ogni gatto ha un carattere diverso, quindi anche esigenze e comportamenti differenti. Se il gatto fosse molto legato ai suoi umani, soffrirebbe parecchio per la separazione; quindi bisognerebbe prendere in considerazione di portarlo con sé. Non è facile l’organizzazione di un viaggio magari lungo, ma si può fare. Se il gatto è abbastanza indipendente e vive esclusivamente in appartamento, meglio lasciarlo a casa e farlo seguire da un parente, conoscente o persona incaricata. Lo stesso vale se il gatto è un cucciolo, avendo in più l’accortezza di lasciargli molti giochi. Se micio è indipendente e abituato a frequentare l’esterno, meglio non farlo uscire per il periodo di vacanze perché potrebbe perdere i riferimenti personali e non tornare a casa. Quindi rientrerebbe nel caso n. 2. La pensione quindi è l’ultima ratio. Se proprio non si hanno persone che si possono occupare di micio e non lo si vuole portare con sé in vacanza per impossibilità intrinseche, allora vada per la pensione. Occorre tuttavia sceglierne una ottima (magari con prenotazione precoce perché le migliori sono sempre esaurite). I gatti nelle pensioni sono di solito tenuti in gabbie singole, esistono però delle pensioni in cui i gatti hanno stanze singole tutte per loro, dove possono muoversi con più agio.
  • La mia gatta, subito dopo la sterilizzazione, ha cominciato a prendere dei pupazzetti di peluche, con i quali prima giocava, a metterseli sotto la pancia e a tentare di allattarli. A cosa è dovuto questo comportamento?"
    Il comportamento materno può essere stimolato da un abbassamento dei livelli di estrogeni e progesterone che si verifica dopo la sterilizzazione (come anche dopo il parto). A volte, proprio per questo motivo, una gatta sterilizzata può rapire i cuccioli di un’altra gatta che vive con lei per accudirli. Ma, non essendo in grado di allattarli, occorre impedire questo tipo di comportamento. Se la vostra gatta dovesse manifestare il comportamento che vi preoccupa ancora a lungo, meglio una visita dal veterinario che saprà come risolvere la questione. A volte, infatti, una gravidanza isterica provoca una anomala produzione di latte che va trattata.
  • I gatti sono soggetti alla rabbia?
    La risposta è sì, ma è molto difficile per loro contrarla grazie alle efficaci misure sanitarie che comprendono vaccinazioni di animali portatori (volpi o cani). Questa patologia si trasmette tramite morso e, una volta manifestatasi (nei gatti con comportamenti selvaggi e aggressivi, paralisi e prostrazione) è mortale. Quindi, se avete il timore che il vostro gatto sia stato morso da un animale infetto, andate subito dal veterinario che sarà in grado così di intervenire durante la fase di incubazione e salvare micio. È importante sapere che la rabbia è trasmissibile all’uomo, quindi quando si è stati morsi o graffiati da un animale non vaccinato, la legge prevede che l’animale resti 15 giorni in osservazione da un veterinario.

CANE: ALIMENTAZIONE

Una corretta alimentazione del cane è importante e non richiede grandi sacrifici.

Il tuo cane, come te, ha bisogno di un’alimentazione sana e equilibrata per vivere bene e più a lungo. Se vogliamo bene al nostro cane, sappiamo quanto è importante l’alimentazione e quanto questo influisca non solo sul suo aspetto fisico, ma anche sulla sua felicità. Un cane sano e in salute infatti è anche un cane felice.

Una dieta sana e equilibrata per un cane, significa avere nella sua alimentazione circa il 50% di proteine animali (carne, pesce, tuorlo d’uovo e formaggi freschi) e il 50% di verdure e carboidrati come pasta o riso cotti molto bene. Naturalmente l’alimentazione del cane varia molto a seconda della razza, dell’età e di alcune condizioni particolari, come la gravidanza del cane. Come per l’uomo, anche il cane ha bisogno di alimentarsi in modo differente a seconda della fase di crescita che sta vivendo.

Per scegliere quale prodotto o quale marca acquistare, controlliamo bene tutti i valori nutrizionali riportati sull’etichetta del prodotto, prediligendo le marche biologiche, che sono prive di mais e carboidrati e sono OGM e cruelty-free.

Un’altro dato importante riguarda la quantità dei cereali presenti nelle crocchette, che dovranno essere in quantità moderata. 

I cibi da non dare al cane

Assolutamente da evitare sono i dolci e la frutta troppo zuccherina, come uva, uvetta, pere i fichi. No anche a cipolla, aglio, spinaci, cavoli, fave e noci. Nella lista dei cibi da non dare al cane rientra anche l’avocado, che contiene una tossina fungicida (conosciuta come persin) che potrebbe causagli problemi all’apparato digerente.Da evitare anche le ossa e gli ossicini di pollo, troppo piccoli e sottili potrebbero rischiare di bucagli l’intestino, mentre le uova non vanno mai date crude al cane. 

  • Se si hanno più gatti in casa, bisogna avere anche più lettiere per i bisogni?"
    Risposta: sì. I gatti sono animali molto schizzinosi e, se non provengono da un gattile dove erano abituati a usare una lettiera in comproprietà, occorre rispettare le loro esigenze. Altrimenti potrebbero utilizzare, in alternativa, il divano o gli angoli più remoti della casa. Nel caso non fosse possibile ospitare una lettiera per gatto, basterebbe pulire subito e a fondo quelle disponibili, onde evitare gli inconvenienti sopraddetti. N.B. le cassette con la lettiera vanno posizionate SEMPRE lontano dal cibo e in luoghi poco frequentati. Se fosse impossibile, esistono cassette coperte che rispettano la loro privacy ma che trattengono, purtroppo, gli odori,
  • Le patologie dell’apparato respiratorio sono causate da tre virus e da un agente batterico del genere Chlamydia.
    Nessuno di questi germi sopravvive per più di 48 ore fuori dall’organismo, eccetto i calicivirus che possono sopravvivere per un massimo di 10 giorni. Ne risulta che queste malattie non vengono tipicamente trasmesse tramite semplice contatto con il virus presente nell’ambiente, ma piuttosto vengono passate direttamente da gatto a gatto. I segni clinici sono simili a quelli del comune raffreddore umano e includono febbre seguita rapidamente da congiuntivite e lacrimazione, starnutazione e a volte scolo nasale e tosse. Alcuni sintomi indicano agenti specifici, ma non è raro che multiple infezioni si verifichino nello stesso tratto. Esaminiamo ora in dettaglio le specifiche malattie. La rinotracheite felina virale è causata dall’herpesvirus felino di tipo I. I sintomi includono starnutazione parossistica, scolo nasale, lacrimazione con ulcerazioni cornee e lesioni sulla lingua. I sintomi della calicivirosi felina variano a seconda del particolare ceppo responsabile della malattia e dello stato del sistema immunitario del gatto infetto. Nei casi più leggeri i sintomi sono limitati a ulcerazioni sulla lingua, sul palato, sulle labbra e nel setto nasale. In questi casi il gatto rifiuta il cibo. Nei casi più gravi l’insorgenza di polmonite può portare alla morte. L’infezione da reovirus ha come unico sintomo la congiuntivite e le complicazioni sono rare. La Chlamydia psittaci è l’agente causale della clamidiosi felina. I primi segni di infezione sono congiuntivite e chemosi (edema della congiuntiva oculare) che interessano solo un occhio per poi trasmettersi all’altro. Questi sintomi a volte scompaiono senza trattamento. È necessario prestare molta attenzione al manifestarsi di queste malattie perché le vie respiratorie del gatto sono bloccate. Il gatto, non potendo sentire l’odore del cibo, non mangia volontariamente e non esegue la pulizia personale. È assolutamente necessario nutrire l’animale eventualmente a forza con cibi umidi e minestrine o formule nutritive liquide specialmente formulate a seconda del parere del veterinario. Le suddette patologie non sono trasmissibili all’uomo.
  • Perché le scatolette di cibo umido per gatti contengono anche verdure?
    I gatti in natura vanno alla ricerca di erbe particolari che possono curare certi loro disturbi (stitichezza, cattiva digestione ecc.). Si è quindi cercato di integrarle nella dieta carnivora per rispondere alle esigenze dei nostri mici, soprattutto di quelli che vivono in casa.
  • Che alimenti è meglio evitare di dare al gatto?
    Il gatto, da predatore qual era, oggi è diventato viziato e goloso, spesso attratto anche dagli alimenti presenti sulle nostre tavole. Ma occorre prestare attenzione perché alcuni cibi possono risultare tossici per il nostro beniamino. Ecco un elenco di ben 17 alimenti da evitare tassativamente: Ossa o resti del pollo e lische del pesce – Il gatto difficilmente mastica quanto ingerisce, quindi il rischio è che pezzi appuntiti di alimento possano creare lesioni agli organi interni. Cioccolato – È altamente tossico così come i suoi derivati. Caffè e te – Sono molto tossici. Uova crude – Nell’albume dell’uovo è contenuto un enzima che riduce l’assorbimento di una vitamina del gruppo B. Inoltre l’uovo crudo può provocare la salmonellosi proprio come negli esseri umani. Carne cruda – Può generare vermi e salmonellosi. Grassi in genere, insaccati, salumi – Possono favorire l’insorgenza di pancreatiti. Latte e derivati – Molti gatti sono intolleranti al lattosio, quindi soggetti, in caso di ingestione dei suddetti alimenti, a vomito e diarrea. Cipolle, aglio, scalogno – Sono alimenti altamente tossici per il gatto in quanto contengono bisolfati e sulfossidi che causano anemia. Avocado – Le foglie, i semi, la corteccia e la polpa contengono una sostanza tossica che genera nel gatto vomito e diarrea. Impasto crudo del pane – Essendo lo stomaco del gatto l’ambiente ideale per la moltiplicazione dei lieviti, l’impasto crudo potrebbe crescere in maniera esponenziale fino a provocare gravi problemi respiratori. Pomodori verdi e patate crude – Contengono una grande quantità di un alcaloide che causa gravi disturbi gastrointestinali. Uva, uvetta – Potrebbero causare vomito e/o diarrea con danni renali. Noce di macadamia – Contiene una tossina molto dannosa per il gatto. Alimenti per cani – Sono stati studiati per rispondere alle esigenze alimentari del cane, completamente diverse da quelle del gatto. Fegato – Se inserito nella dieta in eccesso, la notevole quantità di vitamina A presente nel fegato genera danni all’apparato scheletrico del gatto. Pesce crudo – Mancando una vitamina del gruppo B, il gatto può accusare debolezza fino ad arrivare alla morte. Funghi, prodotti da forno dolci o salati, nocciole, dolci, caramelle, zucchero, albicocche, patatine fritte sono tutti alimenti da non proporre al gatto perché tossici per il suo fegato.
  • Che cosa si può fare per un gatto molto magro?
    Innanzitutto è sempre meglio avere un gatto magro rispetto a uno grasso. Poi ci sono diversi fattori da tenere in considerazione. Se il gatto è anziano (sopra i dieci/dodici anni) può essere affetto da insufficienza renale (lieve, e non ci si accorge, o severa) che determina un dimagrimento. Se poi micio esce ed è estate, nutrendosi di prede (soprattutto lucertole) in genere tossiche, è facile al vomito e quindi al dimagrimento. Se invece il gatto sta bene, meglio non preoccuparsi.
  • Quando separare un cucciolo di gatto dalla madre?
    I micini nascono sordi e ciechi e iniziano ad aprire gli occhi verso gli otto/dieci giorni. Non vedono chiaramente ma solo ombre. Anche l’udito comincia ad apparire a quell’età, mentre dalla nascita i piccoli hanno uno spiccato senso dell’odorato e tattile, cosa che permette loro di individuare i capezzoli cui attaccarsi. È parere comune che occorre attendere almeno 6-8 settimane, meglio, se possibile, 12 prima di privare il micetto dell’affetto e della sicurezza materni. Un requisito importante per la separazione è che il micino sia in grado di mangiare autonomamente il cibo umido, altrimenti si dovrà provvedere all’allattamento artificiale (vedremo nel prossimo articolo le modalità). La madre provvede alla pulizia dei piccoli con energiche leccate, soprattutto nella zona anale per permettere l’evacuazione. Essa inoltre insegna loro le regole comportamentali (della poppata, della pulizia, della interazione con i fratellini, della caccia ecc.), mentre dalla convivenza con i fratelli essi imparano le regole del gioco, la socialità, la lotta ecc. I cuccioli di gatto iniziano a socializzare tra le due e le cinque settimane di vita, è quindi importante, se la madre lo permette, tenerli in mano, accarezzarli e coccolarli fin da quell’età. Ciò per dare l’occasione ai micini di abituarsi per tempo a interagire con gli umani. Sarà poi mamma gatta a insegnar loro a non affondare i denti se non nel cibo e a non estrarre gli artigli se non per affilarsi le unghie sugli appositi tiragraffi o, in caso di gattini selvatici, sui tronchi d’albero. I mici separati precocemente dalla madre spesso sono involontariamente aggressivi perché non hanno potuto usufruire degli insegnamenti di mamma gat
  • Perché il gatto si disinteressa completamente del nuovissimo tiragraffi, ma continua a utilizzare la cornice della porta di ingresso.nge una nuova domanda?"
    Tutti i mici sono degli abitudinari, quindi bisognerà agire tenendo presente questa caratteristica.Per prima cosa coprire la cornice danneggiata con un nastro biadesivo che sarà molto fastidioso per il nostro beniamino. Quindi posizionare il tiragraffi nelle vicinanze, sperando che sia utilizzato.Nel caso non lo fosse, spalmare la superficie del tiragraffi con erba gatta e attirare l’attenzione di micio con un giochino che si farà muovere sul tiragraffi: di solito funziona.Io ho scoperto che cartoni vuoti posti in angoli tranquilli sono molto attraenti per il gatto che, oltre ad affilarsi le unghie, spesso vi dorme.
  • In occasione di un’assenza per vacanze estive o invernali, mettere un gatto a pensione o lasciarlo a casa incaricando qualcuno delle pulizie e dell’approvvigionamento alimentare??"
    Come al solito rispondo: dipende! Ogni gatto ha un carattere diverso, quindi anche esigenze e comportamenti differenti. Se il gatto fosse molto legato ai suoi umani, soffrirebbe parecchio per la separazione; quindi bisognerebbe prendere in considerazione di portarlo con sé. Non è facile l’organizzazione di un viaggio magari lungo, ma si può fare. Se il gatto è abbastanza indipendente e vive esclusivamente in appartamento, meglio lasciarlo a casa e farlo seguire da un parente, conoscente o persona incaricata. Lo stesso vale se il gatto è un cucciolo, avendo in più l’accortezza di lasciargli molti giochi. Se micio è indipendente e abituato a frequentare l’esterno, meglio non farlo uscire per il periodo di vacanze perché potrebbe perdere i riferimenti personali e non tornare a casa. Quindi rientrerebbe nel caso n. 2. La pensione quindi è l’ultima ratio. Se proprio non si hanno persone che si possono occupare di micio e non lo si vuole portare con sé in vacanza per impossibilità intrinseche, allora vada per la pensione. Occorre tuttavia sceglierne una ottima (magari con prenotazione precoce perché le migliori sono sempre esaurite). I gatti nelle pensioni sono di solito tenuti in gabbie singole, esistono però delle pensioni in cui i gatti hanno stanze singole tutte per loro, dove possono muoversi con più agio.
  • La mia gatta, subito dopo la sterilizzazione, ha cominciato a prendere dei pupazzetti di peluche, con i quali prima giocava, a metterseli sotto la pancia e a tentare di allattarli. A cosa è dovuto questo comportamento?"
    Il comportamento materno può essere stimolato da un abbassamento dei livelli di estrogeni e progesterone che si verifica dopo la sterilizzazione (come anche dopo il parto). A volte, proprio per questo motivo, una gatta sterilizzata può rapire i cuccioli di un’altra gatta che vive con lei per accudirli. Ma, non essendo in grado di allattarli, occorre impedire questo tipo di comportamento. Se la vostra gatta dovesse manifestare il comportamento che vi preoccupa ancora a lungo, meglio una visita dal veterinario che saprà come risolvere la questione. A volte, infatti, una gravidanza isterica provoca una anomala produzione di latte che va trattata.
  • I gatti sono soggetti alla rabbia?
    La risposta è sì, ma è molto difficile per loro contrarla grazie alle efficaci misure sanitarie che comprendono vaccinazioni di animali portatori (volpi o cani). Questa patologia si trasmette tramite morso e, una volta manifestatasi (nei gatti con comportamenti selvaggi e aggressivi, paralisi e prostrazione) è mortale. Quindi, se avete il timore che il vostro gatto sia stato morso da un animale infetto, andate subito dal veterinario che sarà in grado così di intervenire durante la fase di incubazione e salvare micio. È importante sapere che la rabbia è trasmissibile all’uomo, quindi quando si è stati morsi o graffiati da un animale non vaccinato, la legge prevede che l’animale resti 15 giorni in osservazione da un veterinario.

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